PREGHIAMO PER LA PACE

“Sarei contento, se si potesse immaginare questa cosa utopica, di andare là, sul confine, e camminare mettendoci tra gli avversari, dicendo il rosario in mezzo a questa desolazione, per dire che i cristiani cercano la pace”.
Ci uniamo al nostro Arcivescovo, Mons. Delpini che, con queste parole e un invito al digiuno e alla preghiera per la pace, accoglie l’appello di Papa Francesco.

GiRA – Edizione 2022

Si appena conclusa Gi.R.A (28 febbraio-3 marzo), ripresa quest’anno dopo l’inevitabile sospensione nel 2021 dovuta all’emergenza sanitaria. Lo spirito è quello di una settimana vissuta da docenti e studenti come una modalità diversa di fare scuola, mossi tutti dalla voglia di condividere le conoscenze che più appassionano.
In queste giornate vengono sospese verifiche, interrogazioni, e lezioni ordinarie… ma si continua a fare scuola in modo preciso.
In questa edizione si sono alternate lezioni preparate dai docenti e lezioni preparate dagli studenti del triennio; questa organizzazione ha consentito di rispettare le “bolle” classe, come ancora consigliato dalla situazione sanitaria. In parallelo, corsi di recupero per chi ha necessità.

Qualche dato

100 conferenze
19 nei laboratori

93 relatori

42 lezioni di recupero

curiosando DA UNA CONFERENZA ALL’ALTRA

INTERNATIONAL DAY OF WOMEN AND GIRLS IN SCIENCE

Women have led ground-breaking research into public health, vaccines, treatments and innovative technology, and been on the front lines of COVID-19 response as scientists, health care workers and more.
Yet, the gender gap in science and technology holds women back. According to UNESCO’s forthcoming Science Reportonly 33 per cent of researchers are women, despite the fact that they represent 45 and 55 per cent of students at the Bachelor’s and Master’s levels of study respectively, and 44 per cent of those enrolled in PhD programmes.
It’s more important than ever to recognize women’s contributions in science, smash stereotypes and defeat discrimination against women and girls in science.
In order to celebrate this important day and to promote STEM varied activities and projects are taking place in class in order to encourage students to “meet” great female scientists and be inspired by them.

BALLERINI DA 10 A EU CODEWEEK 2021

La partecipazione del Collegio Ballerini a EU CodeWeek 2021 ha ottenuto significativi riconoscimenti. In particolare a nostra scuola ha ricevuto la certificazione di Super Organiser. Requisiti per ottenere il certificato di eccellenza: 10 attività collegate (da 10 diversi organizzatori).
Questo successo conferma l’interesse e l’impegno messi in campo in Collegio nelle attività di coding e robotica, che sono diventate componenti fondamentali dell’offerta formativa di Primaria e Secondaria di primo grado e saranno parte integrante dell’approccio didattico STE(A)M, operativo dal prossimo anno nei nostri percorsi scolastici fino al Liceo.

Un sentito ringraziamento a tutti i docenti e i ragazzi che, fattivamente, ci hanno consentito di ottenere questi risultati.

Primi passi nel coding dei “piccoli” della Scuola Primaria

FARE MEMORIA DEL BENE IN MEZZO AL MALE

I Giusti tra le Nazioni sono coloro che, non Ebrei, a rischio della loro stessa vita hanno scelto di aiutare i perseguitati durante la Shoah.
Abbiamo voluto dunque ricordare alcune persone che, come altri, avrebbero potuto scegliere di denunciarli o, semplicemente, di non prendere posizione: il BENE si realizza con gesti concreti, fatti da persone comuni.
Abbiamo poi voluto illustrare i sentimenti che proviamo riflettendo su questo periodo così buio per la storia dell’umanità intera: il MALE lascia segni indelebili, anche a distanza di tempo.
Sicuramente abbiamo compreso che, anche in mezzo alle tenebre, è possibile accendere luci di speranza.
Anche i nostri lavori di Arte rappresentano l’eterna lotta tra BENE e MALE, dove le tenebre non prevalgono sulla luce.

Alcune immagine dell’attività sono state pubblicate anche dal sito GARIWO-La foresta dei giusti alla cui Enciclopedia dei Giusti i nostri ragazzi di terza media hanno attinto per preparare la piccola mostra nel cortile della scuola, studiando le vicende storiche e attraverso l’espressione artistica.

“VI HO CHIAMATO AMICI”

Il nostro Istituto, in collaborazione con gli altri Collegi Facec, con il Collegio Villoresi e con la Comunità Pastorale “Pentecoste” di Cesano Maderno, ha organizzato tre Webinar sul tema della Proposta Pastorale dell’Arcivescovo per l’anno in corso: “Unita, libera e lieta. La grazia e la responsabilità di essere Chiesa”.

Gli incontri prendono titolo “Vi ho chiamato amici” (Gv 15,15) e si svilupperanno in forma di riflessioni spirituali, tenute da altrettanti responsabili della Curia Arcivescovile, che ci accompagneranno nella lettura di brani del Vangelo di Giovanni, attorno al quale la Proposta Pastorale si sviluppa.

È un’occasione importante di formazione e di riflessione, offerta a tutti i genitori, ai docenti e più in generale alle figure educative che vivono le nostre Scuole e le nostre realtà pastorali. Invitiamo a dare la massima diffusione anche a familiari e conoscenti potenzialmente interessati.

Il collegamento può avvenire tramite QR-Code o Link in locandina (nella pagina o scarica pdf).

All’origine di un mondo nuovo

Alla fine di ogni anno nei giornali di tutto il mondo si pubblicano quelle che vengono considerate le foto più rappresentative dell’anno trascorso. Se dovessi individuare la foto dell’anno senza dubbio sceglierei la foto di un genitore afghano che consegna il suo bambino a dei soldati americani, perché lo portino in salvo, lontano da un paese precipitato nuovamente nell’inferno della violenza e del terrore.

Come possono un padre e una madre separarsi dal loro figlio, il bene più prezioso che hanno tra le braccia? Come può un genitore affidare ad altri il suo bambino, se non perché convinto che c’è di mezzo un bene ancora più grande? Una foto dunque struggente che ci fa riflettere molto.

Innanzitutto fin dove può arrivare l’amore. Amare significa voler bene al destino dell’altro più della propria vita. Questi genitori hanno compiuto il sacrificio più grande, quello di separarsi dal loro bambino, per poter dare a lui un futuro pieno di speranza.

Spesso dimentichiamo quanto siamo fortunati a vivere in un paese, che nonostante tutti i limiti e le imperfezioni di cui ci lamentiamo, ci permette di vivere una vita buona. Così come ci dimentichiamo di tanti altri doni che riceviamo in abbondanza ogni giorno: una vita serena, sicura, dignitosa. La tranquillità sociale, un benessere economico. Ma non solo: il dono grande della libertà in tutti i suoi aspetti. E poi l’educazione, la cultura, la vita sociale. Ma ancora: un mondo dove il rispetto dell’altro e la solidarietà verso i più deboli dovrebbero essere la regola del vivere insieme. E tanti altri.

Noi forse non ci rendiamo conto della fortuna che abbiamo nel vivere in un paese così, ma soprattutto abbiamo dimenticato che tutto è nato da quel piccolo punto della storia: Gesù bambino che nasce in una stalla. Quel Gesù che ha portato nel mondo la più bella e grande e pacifica rivoluzione: quella della verità e dell’amore, della giustizia e della libertà. Con Gesù, Dio fatto uomo, la persona, qualsiasi persona anche la più fragile e piccola, ha un valore assoluto, eterno. Con Gesù è iniziato un mondo nuovo.

Durante una cena con Farhad Bitani, scrittore afghano, autore del libro “L’ultimo lenzuolo bianco”, mi ha sorpreso che a un certo punto del discorso sul suo sfortunato paese sia uscito con questa frase: “L’Afghanistan ha bisogno della Chiesa”. Mi ha sorpreso una frase pronunciata da un uomo che fin da ragazzo è stato educato a considerare i cristiani infedeli e a concepire l’occidente una società decadente e immorale. Mentre nel nostro mondo occidentale c’è un accanirsi contro la Chiesa, e se non questo, di certo una mancanza di gratitudine e di rispetto per quello che la Chiesa fa, mi hanno molto colpito le parole di Farhad: “L’Afghanistan ha bisogno della Chiesa”. Farhad è rimasto musulmano, fedele all’insegnamento del Corano e di Maometto, ma racconta che solo attraverso il cristianesimo è diventato un buon musulmano e ha compreso la verità della sua religione. Ha poi continuato dicendo: “quando sono arrivato in occidente ho pensato che qui si realizzava il vero islam: la religione della pace e dell’amore”. E poi aggiunse “dove c’è cristianesimo c’è libertà, attenzione ai più deboli, amore verso gli ultimi, educazione dei fanciulli e rispetto delle donne, persino perdono per i nemici”.

Le feste Natalizie ci aiutino a non dimenticare mai, usando le immagini dei profeti, la cava da cui siamo stati tratti, la radice che ha reso fecondo l’albero della nostra vita.

Don Guido Gregorini, Rettore del Collegio Ballerini

Nelle immagini: i bambini nell’evacuazione di Kabul (foto da corriere.it e today.it) e “Natività di Gesù”, affresco e tempera di Giotto (1303-1305 – Padova – Cappella degli Scrovegni)