Calendario scolastico

Il saluto di inizio 2025-2026 del rettore, don Guido Gregorini

LO STUPORE DEL CIELO STELLATO

La prima volta che rimasi incantato dal cielo stellato avevo circa otto anni. Ero in montagna con gli scout e, nel cuore della notte, i nostri educatori ci svegliarono per un gioco a sorpresa. Mentre ero nascosto vicino a un cespuglio, mi sdraiai per terra e alzando lo sguardo vidi per la prima volta un cielo fittissimo di stelle, uno spettacolo che non ho più dimenticato. Riuscii persino a distinguere chiaramente la Via Lattea, senza sapere ancora come si chiamasse.
Fu un’esperienza incredibile che ricordo ancora oggi con grande emozione!
Crescendo, non ho mai smesso di alzare gli occhi al cielo per cercare ancora quello spettacolo che mi era rimasto nel cuore e ho continuato ad interrogarmi sul perché di tanta bellezza.
Mi sono accorto che questa curiosità non è solo mia. Fin dalla preistoria, gli uomini hanno osservato il cielo con meraviglia, cercando di rappresentarlo nelle grotte. Migliaia di anni dopo, artisti come Van Gogh e poeti come Leopardi sono rimasti affascinati dalle stelle, raccontandole nelle loro opere e facendoci riflettere su una domanda fondamentale: “E io chi sono?”.
Oggi, grazie a telescopi potentissimi, possiamo esplorare pianeti vicini e galassie lontanissime.
Eppure, anche con tutte queste scoperte, la domanda non viene meno. Anzi, di fronte a un universo che la scienza ci mostra ancora più grande e infinito, ci viene quasi da chiederci: “Sono solo un puntino minuscolo in tutto questo?”.
La bellezza dell’universo si nasconde anche dove i nostri occhi non riescono a vedere, in strutture immense e complesse. Le scoperte scientifiche più recenti ci mostrano dettagli incredibili, e ogni volta restiamo a bocca aperta per la fantasia, la varietà e l’ingegno che si celano nella natura.
Ma ciò che sorprende di più sono l’ordine e la bellezza, che ci attraggono e ci affascinano.
È vero, siamo un puntino minuscolo sperduto in un universo infinito. Ma la bellezza che vediamo in tutte le immagini dell’universo è la “trama”, la struttura di cui è fatto. E il fatto che questa bellezza ci piaccia così tanto ci fa pensare che l’universo sia fatto anche per noi!
C’è un legame profondo tra noi e il “tutto”.
Questo significa che noi esseri umani siamo un po’ come gli “occhi” dell’universo, capaci di riconoscere e ammirare la Creazione. E, secondo me, se tutta questa bellezza infinita è un dono per ognuno di noi, allora ognuno di noi ha un valore infinito! Anche se pensi di non essere un genio, anche se fai un po’ di fatica a scuola, sei fatto per qualcosa di grande, e la bellezza del cielo è lì per dimostrartelo.
Pensate a questa bellissima poesia di Gianni Rodari intitolata “Il cielo è di tutti”:
È mio, quando lo guardo.
È del vecchio, del bambino,
del re, dell’ortolano,
del poeta, dello spazzino.
[…]
chi guarda il cielo per ultimo
non lo trova meno splendente.